10/04/2021

HOMO EDENS. ALIMENTARSI TRA CULTURA, PAESI E REGIONI. Presentazione della collana editoriale

Sabato 10 aprile alle ore 10.30 si terrà sulla piattaforma Zoom la presentazione della collana diretta da Paolo Scarpi e Stefania Malavasi “HOMO EDENS. Alimentarsi tra cultura, paesi e regioni”.

L'appuntamento rientra nel ciclo Liber&Lectio, una serie di incontri su temi di grande attualità, ma con radici antiche.

LA COLLANA HOMO EDENS. Alimentarsi tra cultura, paesi e regioni

Il titolo di questa collana deriva da un’iniziativa decollata nel 1987 per opera di un gruppo di colleghi di alcune università italiane, che per molti anni hanno organizzato convegni, colloqui e seminari dedicati a Regimi, miti e pratiche dell’alimentazione nella civiltà del Mediterraneo, al fine di promuovere la diffusione della conoscenza di tutto ciò che per l’essere umano può andare sotto l’etichetta di cibo, facendo dialogare tra loro le scienze della natura e le scienze morali.

Anche oggi, come allora, si è consapevoli che «alimentarsi» è una necessità, che l’ingegno umano ha saputo inventare i modi per produrre e conservare il cibo, che la «cucina» è un processo di trasformazione di prodotti di natura in oggetti culturali consumabili, che la «gastronomia» è soprattutto un’arte e che implica una dimensione estetica, che la tavola appaga il gusto e consente di socializzare. Questa piccola collana si propone ora di raccontare brevi storie di mondi gastronomici diversi, ‘cartoline’ di viaggi fra genti e paesi vicini e lontani, storie di abitudini e scelte alimentari, di scambi economici, di relazioni politiche e diplomatiche.

I LIBRI PUBBLICATI

M. Scopel, Patate in laguna e altrove, Padova: Cleup, 2019

Tra gli alimenti giunti dall’America al seguito di Cristoforo Colombo un posto di primo piano è occupato dalla patata che, come il mais, ha integrato quelli che fino ad allora erano stati gli alimenti di base, contribuendo a sfamare generazioni di indigenti. Non riscuote tuttavia un immediato successo. Osteggiata perché si crede che delle sue foglie si cibino le streghe per volare, o più realisticamente perché contiene una consistente dose di solanina che provoca effetti allucinogeni, rimane per molto tempo relegata nei giardini conventuali e ‘dei semplici’. Saranno gli ‘anni della fame’ dell’inizio dell’Ottocento a imporla sulle tavole degli italiani, grazie alle coraggiose sperimentazioni di possidenti illuminati che ne vedono con lungimiranza le opportunità alimentari ed economiche. Per il Veneto, singolare l’esperienza del patrizio veneziano Pietro Antonio Zorzi che nelle sabbie salmastre dell’isola della Giudecca pone a coltura diversi nuovi incroci, aprendo la strada a varietà locali recentemente rivalutate.

I.E. Buttitta, I cibi della festa in Sicilia, Padova: Cleup, 2019

La crescente attenzione verso la salute, gli interessi connessi alla produzione industriale di alimenti e bevande, la patrimonializzazione di cibi e pratiche alimentari hanno favorito la nascita di nuovi miti, riti e linguaggi culinari e determinato il depotenziamento dei significati e delle funzioni ‘religiosi’ dei cibi della festa. A fronte di questi pervasivi processi il valore sacrale delle cucine festive tradizionali di diverse comunità siciliane sembra porsi nel segno della continuità e del radicamento. In questi casi cibi e pratiche alimentari restano costitutivi del sistema simbolico comunitario e continuano a segnalare le opposizioni tra tempi e spazi festivi e quotidiani e tra una dimensione pubblica e una privata, a sancire alleanze, a definire identità, a proporre infine un “ordine del mondo”. I banchetti e i cibi festivi, le parole e i gesti rituali che ne accompagnano il consumo, infatti, se da un lato rinviano alla necessità di ringraziare ciclicamente con un contro-dono il divino per il “dono del cibo”, dall’altro tendono a rinnovare i rapporti di dipendenza e reciprocità tra gli uomini.

P. Faggi, Un odàr a pranzo. Camminando tra le tavole d’Armenia, Padova: Cleup, 2020

Tre tracce si svolgono e si intersecano in questo volume. La prima – il testo – è il cibo. Il pane e la carne, la frutta e il riso, il latte e il miele. Il vino e le grappe. Cibi antichi e continuamente rinnovati da scambi e influenze reciproche con altri territori, come avviene per il cibo di ogni cultura sussistente e aperta al mondo. Eredità forte e trasformazioni inclusive. La seconda traccia – il contesto – è dunque il territorio. Armenia: un territorio dalla geografia che si è evoluta in una lunga storia, in modo intenso e a volte drammatico, generando una territorialità che è prodotto della cultura ma anche fattore di quella stessa cultura. Impronta e matrice. La terza traccia è il camminare – il codice – che espone al mondo con modalità umili e potenti: ti obbliga a provare a dare senso alle cose – ai cibi – in cui ti imbatti per caso. Giorno dopo giorno.

R. Ghirardi, Zuccheide mantovana. Dialogo tra un medico e una zucca, Padova: Cleup, 2020    

Al tempo delle favole gli animali parlavano tra loro e con l’uomo. Poi arrivò la condanna di Babele e oggi tutti parlano senza intendersi. Nel fascino di una notte magica può capitare di essere “magiati” dalla forma di una grossa zucca posta al centro del tavolo di cucina, in attesa di una sorte segnata. Nel silenzio e nella semioscurità ritorna la disposizione all’ascolto e la facoltà della parola per chi sembrava averla perduta e si può intessere il dialogo tra la Cucurbita e il Medico; un dialogo che rimanda a quel mondo delle piccole cose che rivelano l’essenza dell’esperienza umana.

INTERVENTI

Danilo Gasparini, presidente del Consiglio Scientifico della Biblioteca Int. “La Vigna”

Paolo Scarpi, Consigliere scientifico della Biblioteca Int. “La Vigna”

Saranno presenti gli autori

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

La conferenza si terrà su piattaforma ZOOM.

Entra nella riunione in Zoom:

https://zoom.us/j/94503542367?pwd=dTJidXlzRG5ic1gyVEw3RHFSUFpndz09

Info: info@lavigna.it

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