19/04/2017

LA SETA E VICENZA. STORIA DI UN SUCCESSO PLURISECOLARE

Perché nel cortile di Palazzo Barbaran da Porto, attuale sede del Palladio Museum, c’è un gelso? Perché nella Pianta Angelica che ritrae mirabilmente la Vicenza del 1580 c’è un susseguirsi di ruote da mulino poste lungo il Retrone nei pressi di Ponte San Michele e Ponte San Paolo? Perché il noto patrizio e viaggiatore vicentino Filippo Pigafetta a fine ‘500 scrive lettere in cui dimostra di conoscere in modo approfondito le diverse qualità di sete che si possono produrre? La risposta è sempre la stessa; perché Vicenza nel Rinascimento è una delle capitali europee per la produzione di filati e drappi di seta.
Introdotta nel territorio vicentino forse già alla fine del XIV secolo, sicuramente nel primo decennio del Quattrocento, la gelsibachicoltura (cioè la coltivazione dei gelsi e l’allevamento dei bachi) prende piede in maniera sempre più evidente nel corso del Rinascimento, di pari passo con la diffusione della lavorazione della seta grezza in semilavorati o prodotti finiti destinati prevalentemente ad essere venduti sui mercati esteri. Nel corso del Cinquecento il setificio diviene una delle principali attività economiche praticate nel territorio berico, tanto da meritarsi l’appellativo di “Tesoro della Comunità”. Un settore di tale rilievo da essere praticato direttamente da diversi appartenenti al ceto dirigente della città, tra i quali spiccano alcuni dei più prestigiosi committenti palladiani, da Losco Caldogno a Giuliano Piovene; da Marcantonio Thiene a Biagio Saraceno e così via.
Ma la storia del setificio vicentino non riguarda solo il Rinascimento. Tra fasi di impetuosa crescita e successo alternate ad altre di drammatica crisi, la produzione serica accompagna l’economia vicentina per secoli senza soluzione di continuità fino al ‘900 inoltrato. Certo nel corso dei secoli cambiano le tipologie produttive; i mercati di vendita; le tecnologie adottate, ma il settore mantiene sempre un ruolo di primo piano nel contesto economico berico.
Proprio l’analisi della diffusione e dello sviluppo del setificio vicentino nei secoli sarà oggetto di un incontro che si terrà presso la Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza mercoledì 19 aprile a partire dalle 17.00. Dopo l’introduzione del Presidente della Biblioteca Mario Bagnara, seguiranno gli interventi di Edoardo Demo (docente dell’Università di Verona e membro del Consiglio Scientifico de “La Vigna”) che si soffermerà sullo sviluppo del settore tra XV e XVI secolo; Francesco Vianello (Università di Padova) che concentrerà la sua attenzione sull’evoluzione del setificio vicentino nel XVII secolo e Ruggero Prandin che, invece, presenterà le novità emerse dalle sue più recenti ricerche riguardanti la produzione serica nel vicentino del ‘700. L’incontro si concluderà con l’intervento di uno dei più profondi conoscitori della materia, Flavio Crippa, che inserirà il setificio vicentino nel più ampio contesto dello sviluppo del settore nell’Italia del XIX secolo.
L’incontro sarà anche l’occasione per visitare la mostra “Giacomo Caneva in Cina: restituzioni fotografiche” e l’esposizione di volumi sulla seta della Biblioteca Internazionale “La Vigna” aperte fino al 21 aprile.

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